🧪 Differenze tra detergente, disinfettante e sanificante: cosa usare e quando?

Perché usare “la roba che pulisce e basta” non è più accettabile.

🧠 La confusione è reale

Chiedi in un’azienda: “Usate un disinfettante o un detergente?”
Risposta media: “Boh, è quello blu che profuma di limone.”

Ecco perché oggi facciamo chiarezza. Una guida semplice e tecnica per distinguere i tre grandi protagonisti della pulizia professionale.

🧼 1. Detergente

Cosa fa:

• Rimuove sporco visibile, polvere, grasso

• Agisce meccanicamente o chimicamente

• Non elimina microrganismi, ma li sposta via

Quando usarlo:

• Pulizie quotidiane

• Ambienti poco esposti a rischio biologico

🎯 Esempio: pavimenti, scrivanie, vetri, superfici generiche

🧪 2. Disinfettante

Cosa fa:

• Elimina o inattiva batteri, virus, funghi

• Deve avere presidio medico chirurgico (PMC) o essere biocida approvato

• Serve un tempo di contatto specifico per agire

Quando usarlo:

• Aree critiche: bagni, mense, aree food

• Prevenzione infezioni (es. influenza, COVID)

🎯 Esempio: maniglie, superfici comuni, servizi igienici

💧 3. Sanificante

Cosa fa:

• Riduce la carica microbica

• Può essere un detergente + principio attivo leggero

• È un mix tra pulizia visiva e sicurezza microbiologica

Quando usarlo:

• Ambienti di medio rischio

• Pulizia di mantenimento dopo disinfezione pesante

🎯 Esempio: pulizia giornaliera di uffici con molto personale

📋 Quindi… quale usare?

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🧠 Conclusione

Mescolare “pulizia” e “disinfezione” è come pensare che una pastiglia di menta sia uno spazzolino.
Serve metodo, conoscenza dei prodotti e… esperienza vera.
(Indovina chi ce l’ha? Esatto. Tu, dopo aver letto questo articolo. E noi, da sempre.)

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